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Piante velenose
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Arum italicum Miller.

Arum italicum Miller

Sinonimi: Arum albispathum Steven ex Ledeb., Arum divaricatum Dulac, Arum facchinii Porta ex Hruby, Arum majoricense Chodat, Arum modicense Sprenger, Arum numidicum Schott, Arum ponticum Schott, Arum provinciale Sommier ex Hruby.
Famiglia: Araceae
Nome volgare: Gigaro, gigaro chiaro, calla selvatica, pan di serpe, pan delle bisce
Etimologia: Il nome generico è quello greco della pianta e la sua etimologia è incerta, quello della specie fa riferimento alla regione di maggior sviluppo.

Morfologia:
Pianta perenne e glabra di aspetto erbaceo, eretto, con un rizoma tuberiforme sotterraneo, dal quale in autunno si sviluppano
le foglie astate lunghe sino a 35 cm, con la pagina superiore lucida e spesso con macchie bianche, con il lobo apicale a forma lanceolata e due basali divergenti.
I fiori molto piccoli, unisessuali, crescono alla base di una colonna (spadice) che è un’infiorescenza parzialmente racchiusa da un cappuccio (spata). La spata è lunga fino a 30 cm, è di colore giallo-verdastro con a volte sfumature purpuree, mentre la parte superiore dello spadice , simile ad una clava, è gialla.
I frutti sono bacche prima verdi e rosse a maturità, della grandezza di un pisello, raccolte sull’asse.

Diffusione, habitat, fioritura:
Diffusa nell’Europa sud-occidentale, comune in Italia dove cresce nei fossi, boschi, vigneti, siepi fino al piano collinare (800 m)., e fiorisce a Aprile- Maggio.

Proprietà ed usi:
Tutta la pianta è velenosa, e può provocare serie intossicazioni soprattutto ingerendo i suoi frutti che per la loro colorazione possono attrarre la curiosità dei bambini, fortunatamente la loro masticazione che provoca immediati dolori alla bocca e l’odore cadaverico del fiore riducono la possibilità di ingerire quantità della pianta che potrebbero essere letali. Tra i sintomi, vomito, diarrea, emorragie, eccitazione psicomotoria., tachicardia, dermatiti e vesciche sono provocate dal contatto con la pianta.
Per i suoi principi attivi quali aroina, una saponina e glucosidi cianogenetici che in presenza di acqua liberano acido cianidrico, la pianta ha un uso officinale, per il quale sono utilizzate le foglie ed il rizoma, come coadiuvante nelle affezioni delle prime vie respiratorie.
Poiché i suoi principi tossici sono termolabili e si attenuano, sino quasi a scomparire, anche con l'essiccazione, in passato si sfruttava come commestibile il rizoma che contenendo il 70% di amido, veniva usato per mescolare alla farina o era venduto come amido col nome di Tapioca di Portland.

Curiosità:
Nei tempi antichi il Gigaro era considerato una pianta magica, che teneva lontani gli spiriti maligni, proteggeva i neonati e donava amore a chi in amore era sfortunato.